La Voce dei Luoghi
La Voce dei Luoghi: il passato ruba la scena al presente e parla di se’. Parla di se’ nelle storie raccontate dai vecchi e registrate dai giovani studenti delle scuole superiori della citta’ di Rieti. Non solo. Parla di se’ nelle fotografie in bianco e nero di quei vecchi, anche. Parla di se’ nelle testimonianze orali dei nonni che spingono la memoria ai giorni di ieri, a quando la vita aveva altri equilibri e il fiume Velino costringeva a repentini adattamenti, imposti dalle sue stesse inondazioni (o pianare, per dirla in dialetto). Parla di se’ nell’unico modo che i vecchi di quelle parti conoscono, tra il dialetto e la lingua: che piacesse oppure no, spiegano, si coltivava e si pascolava il gregge assecondando pazienti i capricci di un letto d’acqua cosi’ ingrossato dalle piogge da aver oltrepassato gli argini e distrutto i campi e trasformato il paesaggio in uno scenario uniforme e indifferenziato (pianara, insegnano gli anziani, e’ proprio questo: appiattimento). A questi racconti le fotografie fanno da testimonianza visiva: insieme, parole e immagini, tracciano l’identita’ di una citta’ che non esiste piu’, ma che per una volta ritorna e si sovrappone all’ oggi. Insieme diventano un archivio, simbolo prezioso di una memoria orale collettiva, fruibile all’intera comunita’ nel corso di una installazione multimediale, interattiva, temporanea, dal titolo i Quartieri della Memoria, di cui la Voce dei Luoghi e’ parte integrante.
Con la Voce dei Luoghi, la voce cioe’ della cultura popolare che ritorna con la mente ai giorni di un passato remoto, i cittadini diventano allo stesso tempo spettatori, narratori e attori e rivivono in maniera nuova una parte della loro citta’.
La coordinazione del lavoro degli studenti che stanno raccogliendo le storie, e’ a opera di Susanna Gnan, dottoressa in Scienze dell’Educazione.